Il Folletto del Ponte di Sottochiesa si faceva vedere di qua e di là in tutta l’alta Val Brembana e specialmente nelle vicinanze di Taleggio. Era anche lui uno spirito, ma dispettoso e scherzoso che una la faceva e l’altra la inventava, sia di notte sia di giorno.
Il folletto del Ponte di Sottochiesa : Una volta un uomo di Olda era andato a Sottochiesa per motivi di lavoro e tra una cosa e l’altra, come si fa di solito era giunta sera. Quando s’era avviato per andare a casa, giunto al ponte di Sottochiesa , sopra una profonda valletta, sentì in fondo un bambino piangere.
Guardò giù sotto il ponte e lo vide abbandonato: scese di corsa e si trovò davanti un bimbo appena nato.
Si tolse subito la giacca e la avvolse intorno al bambino. Il buon uomo rifletté con se stesso: “Ma guarda
che gente cattiva vive al mondo! E che coraggio da bestia a buttar giù dal ponte un bambino così piccolo!”. Poi con amore disse al bambino: “Ti porto nella mia casa e ti cresco insieme ai miei figli, tanto un po’ di polenta ci sarà sempre anche per te”. Quando tornò sulla strada, si avviò tutto felice ninnando tra le sue braccia il bambino. Dopo un po’ sentì che il bambino pesava e gli stancava le braccia, ma lui lo strinse vicino e forte.
Il Folletto del Ponte di Sottochiesa si faceva vedere di qua e di là in tutta l’alta Val Brembana e specialmente nelle vicinanze di Taleggio. Era anche lui uno spirito, ma dispettoso e scherzoso che una la faceva e l’altra la inventava, sia di notte sia di giorno.
Il folletto del Ponte di Sottochiesa : Una volta un uomo di Olda era andato a Sottochiesa per motivi di lavoro e tra una cosa e l’altra, come si fa di solito era giunta sera. Quando s’era avviato per andare a casa, giunto al ponte di Sottochiesa , sopra una profonda valletta, sentì in fondo un bambino piangere.
Guardò giù sotto il ponte e lo vide abbandonato: scese di corsa e si trovò davanti un bimbo appena nato.
Si tolse subito la giacca e la avvolse intorno al bambino. Il buon uomo rifletté con se stesso: “Ma guarda
che gente cattiva vive al mondo! E che coraggio da bestia a buttar giù dal ponte un bambino così piccolo!”. Poi con amore disse al bambino: “Ti porto nella mia casa e ti cresco insieme ai miei figli, tanto un po’ di polenta ci sarà sempre anche per te”. Quando tornò sulla strada, si avviò tutto felice ninnando tra le sue braccia il bambino. Dopo un po’ sentì che il bambino pesava e gli stancava le braccia, ma lui lo strinse vicino e forte.
Il Folletto del Ponte di Sottochiesa si faceva vedere di qua e di là in tutta l’alta Val Brembana e specialmente nelle vicinanze di Taleggio. Era anche lui uno spirito, ma dispettoso e scherzoso che una la faceva e l’altra la inventava, sia di notte sia di giorno.
Il folletto del Ponte di Sottochiesa : Una volta un uomo di Olda era andato a Sottochiesa per motivi di lavoro e tra una cosa e l’altra, come si fa di solito era giunta sera. Quando s’era avviato per andare a casa, giunto al ponte di Sottochiesa , sopra una profonda valletta, sentì in fondo un bambino piangere.
Guardò giù sotto il ponte e lo vide abbandonato: scese di corsa e si trovò davanti un bimbo appena nato.
Si tolse subito la giacca e la avvolse intorno al bambino. Il buon uomo rifletté con se stesso: “Ma guarda
che gente cattiva vive al mondo! E che coraggio da bestia a buttar giù dal ponte un bambino così piccolo!”. Poi con amore disse al bambino: “Ti porto nella mia casa e ti cresco insieme ai miei figli, tanto un po’ di polenta ci sarà sempre anche per te”. Quando tornò sulla strada, si avviò tutto felice ninnando tra le sue braccia il bambino. Dopo un po’ sentì che il bambino pesava e gli stancava le braccia, ma lui lo strinse vicino e forte.
Il Folletto del Ponte di Sottochiesa si faceva vedere di qua e di là in tutta l’alta Val Brembana e specialmente nelle vicinanze di Taleggio. Era anche lui uno spirito, ma dispettoso e scherzoso che una la faceva e l’altra la inventava, sia di notte sia di giorno.
Il folletto del Ponte di Sottochiesa : Una volta un uomo di Olda era andato a Sottochiesa per motivi di lavoro e tra una cosa e l’altra, come si fa di solito era giunta sera. Quando s’era avviato per andare a casa, giunto al ponte di Sottochiesa , sopra una profonda valletta, sentì in fondo un bambino piangere.
Guardò giù sotto il ponte e lo vide abbandonato: scese di corsa e si trovò davanti un bimbo appena nato.
Si tolse subito la giacca e la avvolse intorno al bambino. Il buon uomo rifletté con se stesso: “Ma guarda
che gente cattiva vive al mondo! E che coraggio da bestia a buttar giù dal ponte un bambino così piccolo!”. Poi con amore disse al bambino: “Ti porto nella mia casa e ti cresco insieme ai miei figli, tanto un po’ di polenta ci sarà sempre anche per te”. Quando tornò sulla strada, si avviò tutto felice ninnando tra le sue braccia il bambino. Dopo un po’ sentì che il bambino pesava e gli stancava le braccia, ma lui lo strinse vicino e forte.
Dopo un po’ di tempo, s’accorse che il bambino pesava ulteriormente e il buon uomo se lo mise sulle spalle continuando a camminare. Di lì a poco s’accorse che il bambino diventava ancora più pesante e allora lo portò sulle reni.
Non era ancora arrivato sulla salita di Olda, quando avvertì di non poterlo più portare. Il buon uomo cadde a terra per il gran peso che aveva sul dorso. Nel farlo buttò giù anche la sua giacca con dentro il bambino, ma ecco che vide saltar fuori dalla giacca un folletto che rideva tutto contento e lo scherniva. Mentre egli era a terra, subitamente si trasformò in un piccolo diavolo: poteva essere alto cinquanta centimetri da terra, era tutto rosso infuocato e aveva una cosa lunga voltata all’insù. Si avventò sul buon uomo e gli tolse le scarpe dai piedi, poi sparì portandosele via.
L’uomo si avviò per la strada piena di ghiaia senza scarpe e con un gran mal di schiena: camminò ugualmente fino alla sua casa e quando arrivò si accorse che i suoi piedi sanguinavano.
Era stata una brutta avventura, ma lui era contento ugualmente perché aveva fatto la parte del buon padre di famiglia non scordando il suo dovere.
Articolo di Demetra Cartomante, vietata copia.
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